I genitori di Lilli e Mikko saranno fuori per un viaggio di lavoro, i nonni sono in vacanza a Lanzarote a giocare a bingo e loro dovranno passare diverso tempo a casa dello zio. Nulla di strano se non fosse che lo zio Jim detesta i bambini tanto quanto i suoi nipoti detestano lui. Dice che i bambini sporcano e non vorrebbe avere nulla a che fare con loro. È un tipo piuttosto strano lo zio, sostiene inoltre di non essere mai stato bambino. Nonostante le proteste, la mamma e il papà portano i bambini dallo zio e dopo quattro chiacchiere e un caffè partono. Lilli e Mikko vengono immediatamente mandati a dormire e chiusi a chiave nella loro camera da letto (sebbene lo zio Jim avrebbe preferito sistemarli nella rimessa). Con le stesse brusche maniere l’indomani mattina vengono catapultati giù dal letto, lo zio ha ricoperto il pavimento di uno strato di pellicola di plastica per non correre il rischio che la casa possa essere sporcata, ma nonostante questa misura precauzionale li spedisce fuori, sull’asfalto, a rosicchiare un tozzo di pane secco per colazione. Abbaiando strampalate raccomandazioni, zio Jim sparisce sul suo suv nuovo di zecca. Per Lilli e Mikko si prospetta un soggiorno da incubo!
“Allora da dietro la siepe fece capolino una signora anziana dall’aria cordiale (…). Aveva ricci voluminosi, di un bianco candido e il viso segnato da rughe di allegria. Teneva la schiena dritta e dietro agli occhiali gli occhi le brillavano pieni di vita.”
È Flora Salamander che li invita a fare colazione nel suo giardino, sotto il melo.
“La tavola era imbandita di prelibatezze. C’erano frutta pane e panini fatti in casa, cereali, verdure, formaggio e marmellate, caffè, tè e succo.«Magari fare colazione così ogni mattina» disse Lilli con la bocca piena. Flora si mise a ridere e disse che lei e Mikko erano i benvenuti anche le mattine successive.
Proprio allora un gallo attraversò il giardino. Già che in giardino ci fosse un gallo era molto strano, per i bambini, ma a stuzzicare ancora di più la loro curiosità fu che il gallo avanzava impettito indossando un giubbotto di similpelle e stivali ricoperti di brillantini dorati.
(…)
Proprio allora in giardino arrivò sfrecciando in bicicletta un signore basso e arzillo, con una gamba di legno al posto del piede sinistro. Aveva le braccia grinzose, abbronzate e piene di tatuaggi, e i capelli grigi e ribelli gli andavano i tutte le direzioni. L’uomo aveva una stampella vecchio stile, che usava per spostarsi da un posto all’altro a tutta velocità. Quel signore era Vorsten Gambadilegno.”
Da questo momento in poi per Lilli e Mikko il soggiorno dallo zio si trasformerà in un’incredibile avventura insieme a Flora e ai suoi sorprendenti amici.
Conosceranno una serie di curiosissimi personaggi, daranno nuova vita ad una singolarissima banda di pirati, parteciperanno ad un concorso di composizioni floreali, scopriranno e smaschereranno intrighi del sindaco, sventeranno un furto… nulla sarà come avevano immaginato. Si immergeranno in un mondo sospeso nel quale azione e divertimento saranno le parole d’ordine.
Vi consiglio di non farvi sfuggire questa lettura così divertente e originale, che mescola elementi realtà e fantasia facendone un mix davvero esplosivo.
Livia ed io ci siamo fatte un sacco di risate…adesso tocca a voi!
«È buio. Così buio che non riesco nemmeno a vedermi. Sono da qualche parte in mezzo al bosco, seduto per terra su delle pietre fredde.»
Inizia così il nuovo libro di Camelozampa “Sono Vincent e non ho paura” , con il tremore nella voce del narratore, una pagina nera su cui scorrono le bianche parole del protagonista e un flashfoward. Capitolo dopo capitolo scopriremo la storia del protagonista.
Vincent ha undici anni, è un ragazzo timido, insicuro, ingenuo con una grande passione per la natura, i boschi e l’esplorazione. Vincent viene considerato strano dai suoi coetanei e preso di mira fino ad essere inseguito e picchiato ogni giorno.
La mattina arriva continuamente in ritardo a scuola perché aspetta che tutti siano entrati in aula per sentirsi al sicuro ed è il primo ad uscire e correre a casa, ma a volte non corre abbastanza veloce e Dilan e Stephan, i bulli della scuola lo picchiano e gli rompono gli oggetti.
Vincent è un ragazzo solo: i coetanei lo evitano, gli insegnanti e i genitori sono troppo distratti per rendersi conto della situazione. La sua baby sitter, Charlotte, unica a conoscere la storia e riconoscere i lividi e i graffi con cui Vincent torna a casa, non racconta nulla alla famiglia. Lo stesso Vincent non riesce a parlare agli adulti. Da una parte si è convinto di essere davvero strano, di avere qualcosa che non va; dall’altra non vuole dare un dispiacere ai suoi genitori e sa anche che gli insegnanti non potrebbero fare molto.
Ecco quindi che si crea degli amici immaginari nei quali cerca rifugio. Quattro animali: un cavallino, uno scoiattolo, un verme e un coleottero con cui dialogare e sentirsi meno solo.
Vincent vive un grande terrore, l’imminente arrivo del campo scuola, durante il quale sarà in balia dei bulli della scuola che lo hanno già minacciato: “Al campo scuola non ci scappi”.
Ecco quindi che Vincent cerca di cavarsela da solo leggendo e ripassando ogni giorno il “Manuale di sopravvivenza”, libro che porta sempre nello zaino, mettendosi in forma con le flessioni quotidiane e legandosi addosso una scatola di sopravvivenza.
Questa ansia viene condivisa con il lettore anche nella scelta grafica. Ogni capitolo infatti si apre con una pagina bianca in cui è segnato il conto alla rovescia dei giorni che mancano per il temuto campo scuola, dove Vincent sarà ancora più solo e in balia di Dilan, Stephen e con una pagina verde, abbellita da elementi naturali, dove compaiono le lezioni del “Manuale di sopravvivenza” che Vincent porta sempre con sé.
Ma ben presto nella scuola e nella vita di Vincent apparirà una nuova ragazza, la Jas, che con la sua amicizia aiuterà Vincent a capire l’importanza della diversità e che lui ha tutto il diritto di essere sé stesso.
“Sono Vincent e non ho paura”, Enne Koens, Camelozampa, 2022
Sara Pompili
Con la borsa colma di libri, la mente piena di idee e un’inarrestabile passione per lo studio. Così trascorro le mie giornate accanto ad una bimba fantasiosa e a scapestrati studenti dai quali imparo ogni giorno.
Spesso emerge un’immagine della scuola negativa come luogo di noia e assenza di passione da parte di studenti e insegnanti.
Fortunatamente c’è uno scrittore che restituisce alla scuola uno sguardo vero, positivo, reale: Andrew Clements, autore di tanti romanzi che raccontano storie di scuola.
Una scuola in cui i ragazzi hanno un ideale e si battono per portarlo avanti, e dove i professori, il preside, i bibliotecari guidano gli studenti e li incoraggiano a portare avanti le proprie battaglie.
La struttura dei racconti di Clements è facilmente riconoscibile, segue la classica e semplice struttura: inizio, problema, conclusione. Ma le storie di Clements sono tutt’altro che semplici o banali.
In ogni racconto il protagonista o la protagonista ha un ideale per cui battersi e si oppone al mondo adulto (come è normale e giusto nell’età dell’adolescenza) per cercare di affermare se stesso e le proprie idee.
Anche il mondo adulto è presentato in modo positivo: i genitori e gli insegnanti sono personalità salde, mature che sanno dare spazio ai ragazzi. I docenti non sono visti come persone che ostacolano i propri alunni, ma al contrario vengono tratteggiati come persone che incoraggiano i ragazzi ad affermarsi, a combattere, a far sentire la propria voce e a maturare.
Ecco solo alcuni dei suoi titoli più belli.
DRILLA
Forse il suo romanzo più famoso e amato fra i professori e i ragazzi delle scuole medie.Nick Allen è un cercaguai, un ragazzo pieno di idee strampalate, creative, sempre pronto a cercare di animare le varie situazioni.
Una volta in terza elementare trasformò la classe in un’isola tropicale, all’inizio si limitò a convincere i compagni a disegnare palme, poi li convinse a indossare collane di fiori, poi alzò il termostato a 30 gradi e tutti si vestirono in calzoncini e ciabatte da mare ed infine sparse nell’aula sabbia che arrivò fino al direttore della scuola che pose fine a questa idea. Ma questo non fermò Nick che ne inventò altre fin quando convinse tutta la scuola a cambiare nome alla parola “penna”, tutti cominciarono a definirla “drilla”. Questo atteggiamento all’inizio fece innervosire la sua insegnante di italiano, la terribile Mrs Granger che non accettava che la parola “penna” venisse messa da parte come se non fosse importante. La battaglia di Nick non si fermò arrivando a coinvolgere il mondo fuori la scuola.
La battaglia di Nick non era contro la propria insegnante, Nick non voleva mancare di rispetto a Mrs Granger, ma cercava di attuare nel mondo una lezione appresa in classe: chi ha autorità di dare un nome ad un oggetto?
Una storia di crescita, la storia di un ragazzo che cerca di rendere reale una lezione ascoltata in classe e di un’insegnante che silenziosamente incoraggia il suo studente a portarla avanti senza ostacolarlo. «Nicholas non hai fatto niente di sbagliato quest’anno. […]La tua idea era una buona idea, e sono stata molto fiera del tuo modo di comportarti. Quasi sempre […]Nicholas farai grandi cose nella vita. […] è stato bello averti come allievo. Mi aspetto di sentire grandi cose di te, ragazzo».
Un romanzo di scuola che strapperà una lacrima al lettore perché il legame tra Nick e Mrs Granger non è di sfida, ma di pieno incoraggiamento. D’altronde ogni bella storia ha bisogno di un cattivo.
LA PAGELLA
Nora è una ragazza plusdotata, una ragazza di un’estrema intelligenza, un quoziente intellettivo superiore rispetto ai ragazzi della sua età. Purtroppo questa sua caratteristica la rende diversa agli occhi degli altri per questo Nora nasconde la sua genialità prendendo sempre brutti voti a scuola. In questo romanzo la protagonista si batte per dimostrare che i voti non sono importanti, che il valore di un ragazzo non può essere misurato in base al voto che prende. Ci sono ragazzi che si impegnano tanto e non riescono ad ottenere i voti che gli altri si aspettano da loro e questo genera un senso di ansia negli studenti che non si sentono mai all’altezza.
Il piano di Nora va avanti fino a quando la bibliotecaria, Mrs Byrne, si rende conto di quanto la ragazza sia intelligente. Mrs Byrne sceglie però di mantenere il segreto appoggiando la battaglia di Nora e continuerà ad appoggiarla anche quando la ragazza convincerà i suoi compagni a prendere zero ai test scolastici. Perché quella di Nora non è una sfida nei confronti dei suoi docenti, non è una mancanza di rispetto, ma la protagonista cerca solo di boicottare il sistema dei voti.
«Era a proposito dei voti. È da un po’ che mi preoccupano. Credo che sia lo stesso per molti ragazzi, ma io non ero preoccupata di prendere buoni o brutti voti. Quello che mi preoccupava erano proprio i voti, l’idea stessa dei voti. Perché i voti e i punteggi dei test hanno il potere di fare sentire i ragazzi vincenti o perdenti».
UNA STORIA DI SCUOLA
Natalie ama la scrittura e scrive alcuni capitoli di una storia ambientata nella scuola. Zoe, la sua migliore amica è così entusiasta del racconto di Natalie che la spinge in ogni modo a pubblicarlo. Ma il mondo dell’editoria non è così facile: serve sicuramente un agente che proponga il tuo libro, altrimenti inviandolo per posta finirebbe nella Palude, la pila di libri arrivati nelle case editrici ma mai letti.
Natalie conosce bene tutto questo perché sua mamma è un editor.
Così grazie all’inventiva di Zoe e all’incoraggiamento di una giovane professoressa di inglese, Natalie riuscirà a portare il libro all’attenzione della casa editrice in cui lavora sua mamma.
Con questa storia Clements non solo ci racconta un’amicizia fra due ragazze e una scuola che corre rischi per i propri alunni, ma ci mostra anche come funziona il mondo dell’editoria.
UNO PER DUE
Jay e Ray sono due gemelli. È bello avere un fratello con cui condividere le varie esperienze, ma a volte può essere davvero frustrante non avere i propri spazi, non essere riconosciuti nella propria unicità e soprattutto essere scambiati l’uno per l’altro anche dai propri genitori!
I due fratelli si trasferiscono in una nuova scuola a causa del cambio di lavoro dei propri genitori. Il primo giorno solo Jay andrà a scuola perché Ray è malato. Durante l’appello Jay si accorgerà che suo fratello non è stato registrato nella scuola, come se non esistesse alcun Ray. Ecco quindi che nella sua mente scatta l’idea di scambiarsi ogni giorno: un giorno sarà Jay ad andare a scuola, il giorno dopo sarà Ray.
Tra scene esilaranti e momenti imbarazzanti, Clements mostra al lettore la sofferenza che spesso può causare il legame fraterno.
IL CLUB DEI PERDENTI
Alec ama a tal punto i libri tanto da evitare la vita reale: i libri sono prevedibili, sono luoghi sicuri in cui perdersi.
Proprio la passione del protagonista lo metterà nei guai. Trovato più volte a leggere durante le lezioni, Alec finirà dalla preside che gli darà un ultimatum: o smette di leggere durante le lezioni oppure dovrà passare l’estate a frequentare i corsi estivi.
Per motivi di lavoro dei genitori Alec dovrà fermarsi a scuola dopo le lezioni. Quale migliore occasione per dedicarsi alla lettura senza che nessuno possa disturbarlo?
Purtroppo non andrà come Alec aveva pensato: ogni ragazzo che frequenta il tempo prolungato deve scegliere se andare in aula compiti o se seguire un club (il club degli origami, dello sport, dei lego ecc).
Come fare per poter leggere tutto il pomeriggio senza essere mai interrotto da nessuno? Ecco che in Alec scatta la brillante idea di fondare un club tutto suo e di chiamarlo “Club dei perdenti” in modo che l’unico iscritto sia solo lui. Infatti chi mai vorrebbe essere definito “perdente”?
La realtà però non è così prevedibile e Alec si ritroverà a uscire fuori dal suo guscio e a fare i conti con tanti nuovi coetani iscritti.
Andrew Clements usa una struttura narrativa semplice, ma di estrema profondità restituendo alla scuola la sua vera natura: un luogo dove i ragazzi possono esprimere se stessi e dove la loro creatività viene sempre appoggiata e incoraggiata dagli insegnanti.
Un autore che consiglio a tutti i ragazzi che iniziano la scuola media perché nei vari personaggi ritroveranno una voce amica in cui rispecchiarsi. Lo consiglio anche ad ogni insegnante che potrà portarlo nelle proprie classi per leggerlo ad alta voce insieme ai propri studenti.
Sara Pompili
Con la borsa colma di libri, la mente piena di idee e un’inarrestabile passione per lo studio. Così trascorro le mie giornate accanto ad una bimba fantasiosa e a scapestrati studenti dai quali imparo ogni giorno.
Per chi non conoscesse le loro incredibili imprese c’è un avvertimento: una volta letto il libro guarderete ai vostri calzini da un altro punto di vista!
Tutto ha inizio in casa della piccola Be, esattamente nella cesta dei panni sporchi dove i calzini si animano, parlano, discutono, sognano e dalla quale…scappano! Sì, proprio così.
Escono fuori dalla cesta e fuggono attraverso il buco aperto sotto la lavatrice, e una volta assaporata la libertà si lanciano alla volta di straordinarie avventure.
In questo terzo volume sono raccontate le storie di tredici calzini spaiati che, una volta fuggiti, si trovano a fare i conti con le situazioni più incredibili e disparate.
Ma mai nessuno di loro, per quanto inizialmente in difficoltà, si tirerà indietro e scapperà cercando la strada di ritorno verso la cesta. Nessuno di loro, infatti, è disposto a tornare a calzare un piede o a trascorrere parte della sua esistenza in una cesta di panni sporchi in compagnia di indumenti senza aspirazioni e sogni da inseguire.
I calzini e le calzine di cui si narrano le mirabolanti avventure hanno un animo coraggioso, sono intraprendenti, impavidi e determinati, hanno un animo sensibile e si prodigano per aiutare chiunque incontrino.
Il calzino di simil-lana nero, per esempio, maltrattato e deriso dall’arrogante fratello se ne va umiliato e triste alla ricerca di un posto migliore in cui vivere. Dopo aver attraversato il corridoio oltre il buco approda in un cortile dove un bambino di nome Filip sta subendo la sua stessa sorte: è escluso e offeso da un gruppo di ragazzini capitanati da un bullo. Il calzino allora si traveste da “Super calzino, giustiziere e vendicatore” indossando un piccolo brandello di bandiera e impugnando una fionda fatta con un elastico e un fermaglio rubati dal tesoro nascosto di una gazza ladra.
Così conciato si presenta al bambino in difficoltà e riesce a ribaltare la situazione: Filip è acclamato dai ragazzini per un gol segnato in circostanze davvero bizzarre! E da quel momento che il calzino di simil-lana nero si occuperà a tempo pieno di aiutare i deboli e gli oppressi.
La calzina azzurra destra, invece, vede e a parla con garù e pesci uccello che nessun altro riesce a vedere e sentire.
“Ciò non significa affatto che avesse qualcosa che non andava, certo che no! Aveva semplicemente la facoltà di vedere i garù e i pesci-uccello. Molti scienziati hanno stabilito già da un pezzo che se qualcosa è invisibile non significa affatto che non esista. Le misteriose creature che giorno dopo giorno trotterellavano dietro la calzina azzurra destra ne erano appunto la dimostrazione.”
Per questo subisce scherzi crudeli da parte degli altri indumenti. Viene sbeffeggiata dalla vestaglia della mamma della piccola Be, dai jeans del papà e persino da sua sorella, la calzina azzurra sinistra. Un giorno ne ha davvero abbastanza e decide di scappare passando per il buco sotto la lavatrice, insieme a garù e pesci uccello.
Incredibilmente, dopo aver attraversato il lungo corridoio, sbuca nel posto giusto: l’Istituto di Veterinaria. Ne è sicura: qui troverà il professore che crederà alla sua incredibile scoperta e che vincerà, grazie a lei, il premio Nobel. Purtroppo neppure lo scienziato che la riceve riesce a vedere gli stravaganti compagni della calzina. Quando tutto sembra ormai perduto e il gruppo di fuggitivi è sul punto di credere di essere destinato per sempre alla solitudine, ecco avvicinarsi una signora, un po’ arruffata e con indosso un vestito a fiori. Scruta curiosa la buffa comitiva e resta affascinata dagli amici variopinti che accompagnano la calzina. Evviva! La signora li vede! Non fa niente se nessun altro ci riesce, perché la signora è una scrittrice e ben presto si metterà all’opera per raccontare a tutto il mondo l’incredibile scoperta.
Ed infatti, affascinata dai racconti della sua nuova musa, la scrittrice nel giro di poche settimane raccoglie le incredibili avventure dei mostri invisibili in un libro che diverrà subito un best seller pluripremiato.
Ora nessuno oserà più dubitare dell’esistenza di garù e pesci uccello!
Che ne dite? Non sono straordinari?
Per scoprire le altre undici esilaranti avventure dei calzini e delle calzine non dovete fare altro che prenotareLe nuove avventure (ancora più incredibili) degli intrepidi CALZINI, di Justina Bednarek, Salani editore, 2022.