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LE PICCOLE ASTUZIE

Libri dal comò. Consigli di lettura

Quanto costa diventare indipendenti? E a che prezzo si impara a non avere bisogno di nessuno?

Le piccole astuzie” di Deborah Ellis è un romanzo che racconta la storia di Kate, una ragazza di tredici anni che vive con la nonna, dopo che la madre se n’è andata. Non si sa dove sia, quando – o se – tornerà. Kate è una ragazzina arrabbiata, che fatica a gestire le emozioni, che esplode facilmente e che per questo è stata sospesa da scuola più volte. Non ha amici, non si fida degli altri, abituata com’è a cavarsela da sola.

Accanto a lei c’è una nonna poco affettuosa, pragmatica fino all’eccesso, capace di badare a un emporio da sola, e di crescere una nipote senza mai un gesto di tenerezza. Eppure è proprio questa donna dura e concreta che cerca, a modo suo, di insegnare a Kate a stare nel mondo: lavorare, risparmiare, osservare, contare solo su se stessi.

Ma qualcosa cambia quando Kate, durante l’ennesima sospensione da scuola, decide di inventarsi un chiosco filosofico. Per due dollari offre alle persone una frase di un grande filosofo e un consiglio. Un’idea bizzarra che diventa il suo modo per guardare gli altri, ascoltarli, e poco a poco farsi ascoltare.

È l’inizio di un percorso che la porterà a scoprire cosa significa costruire legami, fidarsi, non sentirsi più completamente sola. E forse anche a capire meglio sua madre, sua nonna e perfino se stessa.

È un romanzo che non addolcisce la realtà. Deborah Ellis racconta senza filtri la fatica di crescere quando gli adulti non sono di aiuto, quando le persone che ami spariscono o ti sembrano incapaci di amarti come vorresti.

Kate è un personaggio ruvido. La sua rabbia è concreta, comprensibile. È quella di chi ha imparato a non fidarsi, a stare sempre sulla difensiva.

Il chiosco filosofico diventa allora qualcosa di più di un gioco: è un modo per cercare risposte, per inventarsi una propria cura, per capire che forse nessuno può cavarsela davvero da solo per sempre.

Anche la figura della nonna è molto riuscita: dura, scorbutica, ma capace di insegnare a Kate non tanto a vivere bene, quanto a vivere in modo autonomo e resistente.

Se c’è un limite nel romanzo è forse quello di alcune sottotrame che vengono chiuse troppo in fretta, o lasciate sullo sfondo. Ma resta un libro capace di lasciare qualcosa che rimane: la forza dei suoi personaggi.

Consiglio “Le piccole astuzie” a chi ama le storie vere, senza facili lieto fine, ma piene di vita. È un libro per chi ha voglia di leggere di persone che sbagliano, si arrabbiano, cadono e poi trovano – piano piano – un modo tutto loro per rialzarsi.

Perfetto per chi cerca storie di crescita, di legami difficili, e di piccole grandi strategie per sopravvivere quando la vita non è semplice.

A cura di Una cartella di libri

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Le piccole astuzie, Deborah Ellis, La Nuova Frontiera Junior, 2024.

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Le librerie CLEIO per la Fondazione Giulia Cecchettin

La rete nazionale di librerie per ragazzi e ragazze Cleio dà il via a un progetto volto a donare alla
Fondazione Giulia Cecchettin una biblioteca di libri per bambini e bambine e ragazzi e ragazze
sui temi della gentilezza, della cura, del rispetto verso l’altro e della violenza di genere. Libri di
cui la Fondazione potrà usufruire nell’organizzazione dei propri eventi e attività nelle scuole.
Credendo fortemente nell’importanza della formazione e della sensibilizzazione su temi così
importanti fin da piccoli, le oltre 60 librerie si uniscono in un progetto per sostenere la diffusione
della buona letteratura e dei buoni libri come strumenti base e insostituibili di questa
formazione. I temi del corpo, dell’amore, del femminile e dell’io e dell’altro sono da sempre presenti
nelle proposte bibliografiche delle librerie del circuito, che costantemente accolgono attività ed
eventi che possano trattare questi argomenti e sollecitare i diversi territori ad una riflessione.

Il progetto
Le librerie avranno a disposizione una bibliografia generale redatta dalla rivista Andersen:
ciascuna libreria avrà una propria lista di titoli prioritari estratti dalla bibliografia di base ed inviterà
la propria clientela, a partire dalla data simbolica dell’8 marzo, ad acquistarli per organizzare poi
la donazione collettiva alla Fondazione Cecchettin.
Anche le librerie stesse doneranno una parte della bibliografia, così da avere il maggior numero di
titoli a disposizione della Fondazione.

La bibliografia
La bibliografia è redatta dagli esperti della rivista Andersen, il più noto e diffuso mensile
italiano di informazione sui libri per bambini e ragazzi, la scuola e le politiche di promozione
culturale dell’infanzia. Composta da oltre 160 titoli di libri per bambini e ragazzi, dagli 0 ai 14 anni,
è suddivisa in quattro categorie tematiche: Amore, Femminile, Io e l’altro, Il corpo.
Per ogni fascia di età (0-6/6-10/11-14/14+) sono consigliati 10 titoli.
I libri della bibliografia sono pubblicati dai principali editori per ragazzi italiani, tra cui
Babalibri, Il Castoro, Camelozampa, Settenove, Sinnos, Terre di mezzo, Giralangolo, Salani,
Lapis.

Le attività previste e la settimana 8-16 marzo
Dall’8 al 16 marzo le librerie di tutto il territorio nazionale organizzeranno eventi ed attività intorno
ai temi proposti e ai titoli selezionati. Fino al 31 marzo accoglieranno donazioni di libri da parte dei
clienti.

«Questo progetto ci rende orgogliose e orgogliosi. Come comunità, quasi totalmente al femminile
di piccole imprenditrici, abbiamo sentito sin dalla nascita delle nostre librerie, l’esigenza non solo di
essere un luogo di vendita di libri e giocattoli, ma anche di aggregazione e accoglienza. In questa
dinamica proporre progetti che portino avanti la diffusione del libro, come strumento di crescita
culturale e di consapevolezza su alcuni temi a noi cari, è assolutamente nelle nostre corde.
L’idea di realizzare una biblioteca da donare alla Fondazione Cecchettin è stata accolta da tutte le
librerie in maniera positiva ed entusiasta.
Abbiamo sentito con l’arrivo della Festa internazionale dei diritti della donna che come comunità
operante su tanti territori, anche periferici avremmo dovuto fare di più. Abbiamo proposto il
progetto a Gino Cecchettin, il papà di Giulia, che si è mostrato fino da subito favorevole ad
appoggiarla.
Così impiegheremo tutte le nostre energie come librerie e anche come donne e imprenditrici,
perché questa iniziativa funzioni, perché questi libri arrivino alla Fondazione e da lì nelle scuole.
Perché possa, attraverso questi titoli, diffondersi l’idea che la gentilezza e la cura verso se stessi e
verso gli altri è da sempre l’unico vero atto rivoluzionario possibile»
Antonella De Simone, founder circuito Cleio

«Diffondere una cultura basata sull’empatia, sul rispetto e sulla giustizia per tutti è uno dei pilastri
della Fondazione Giulia Cecchettin. Da questo nasce la nostra motivazione per visitare le scuole
d’Italia, incontrando ragazze e ragazzi, ascoltando le loro voci e portando conoscenza su temi
fondamentali come la gentilezza, il rispetto reciproco e la lotta contro la violenza di genere.
Il progetto Una biblioteca per Giulia ci permetterà di farlo con ancora più forza e profondità,
offrendo una selezione accurata di libri che aiuteranno studenti e insegnanti a riflettere e a
crescere con maggiore consapevolezza. Questa iniziativa nasce da una straordinaria rete di
persone: volontari, docenti, libraie, famiglie, tutti uniti nel nome di Giulia, con il desiderio di
costruire un domani migliore.
Ma questo è un percorso che appartiene a tutti. Chiunque voglia contribuire a diffondere una
cultura del rispetto, partendo dai più piccoli, è il benvenuto. Perché il cambiamento inizia dalle
parole, dalle idee e dall’impegno collettivo che, insieme, possiamo portare avanti».
Gino Cecchettin, Fondazione Giulia Cecchettin

Cleio è una rete che riunisce sessanta librerie indipendenti per bambini in tutta Italia: una comunità
di librai in cui si condivide e si cresce insieme, partendo dal gruppo come opportunità, come
scambio e confronto. Una realtà che spesso promuove eventi culturali coordinati e manifestazioni
a carattere nazionale, pur mantenendo l’indipendenza delle librerie. Non semplici negozi, ma spazi
di aggregazione. Fin dalla nascita e quasi per vocazione, le librerie Cleio hanno sempre avuto un
rapporto privilegiato con l’editoria di progetto e una naturale cura dei cataloghi degli editori
indipendenti e specializzati.

Per saperne di più:
www.cleio.it

AMO QUEL CANE, ODIO QUEL GATTO

Libri dal comò. Consigli di lettura

 

Cosa accade quando un ragazzo che pensa di odiare la poesia scopre che, proprio attraverso le parole, può raccontare le sue emozioni più profonde?


Amo quel cane di Sharon Creech è un romanzo scritto in forma poetica, così da offrire una prospettiva originale sulla poesia. Attraverso la voce semplice e diretta di Jack, un ragazzo che afferma di “odiare la poesia,” Sharon Creech costruisce una storia che parla di scoperta e crescita. All’inizio, Jack è riluttante, e le sue parole lo dimostrano chiaramente: “Non sono bravo a scrivere poesie. Le poesie non sono cose da maschi”. Ma, pagina dopo pagina, Jack inizia a cambiare. Leggendo e scrivendo poesie proposte dalla sua insegnante, comincia a esplorare questo genere e a trovare un modo per parlare di sé.

 Pur essendo un romanzo, “Amo quel cane”,  ogni pagina è scritta in versi, il che rende il libro un ponte ideale per avvicinare i ragazzi alla poesia, un genere spesso trascurato. Jack non legge raccolte poetiche, ma impara a conoscere poesie singole, e attraverso di esse, a poco a poco, scopre che anche lui può creare qualcosa di simile: “Forse… Forse non è così male scrivere poesie. Forse riesco a dire delle cose che non so come dire”.

Il cambiamento di Jack è delicato e graduale: all’inizio scrive poesie quasi controvoglia, come per dimostrare che non sa cosa fare con quei versi, ma le sue parole diventano: “Amo quel cane. Quello che mi sta vicino e che mi capisce”. La poesia diventa per Jack un modo per esprimere affetto, e attraverso di essa, i lettori comprendono quanto sia importante per lui il legame con il cane. Anche l’insegnante, sempre presente con delicatezza e incoraggiamento, rappresenta un sostegno importante per il suo percorso.

Questo libro si presta perfettamente per introdurre la poesia in classe, offrendo un approccio graduale e accessibile. Grazie alla storia di Jack, gli studenti possono vedere come la poesia non sia necessariamente una “materia difficile” o riservata solo a chi è “bravo in italiano.” Proponendo letture condivise del libro, l’insegnante può avviare una riflessione collettiva sull’evoluzione del rapporto di Jack con la poesia, aiutando i ragazzi a identificarsi con lui. Un’attività suggerita potrebbe essere invitare gli studenti a scegliere una poesia famosa e provare a scrivere a ricalco una loro versione, oppure a raccontare un episodio significativo della loro vita attraverso brevi versi, come fa Jack con il suo cane.

“Amo quel cane” diventa così uno strumento prezioso per esplorare le potenzialità della poesia, rendendola viva e alla portata dei ragazzi.

A cura di Una cartella di libri

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Amo quel cane, odio quel gatto, di Sharon Creech, Mondadori.

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LIVIDE ZUCCHE

Libri dal comò. Consigli di lettura

Chi avrebbe mai pensato che un compleanno potesse trasformarsi in un giallo avvincente? “Livide zucche” di Malika Ferdjoukh ci porta nel cuore di un’ autunnale festa di famiglia, dove l’apparente calma della villa dei Coudrier viene improvvisamente spezzata da una scoperta macabra. La narrazione, che si sviluppa tutta nell’arco di una giornata, mescola sapientemente mistero e intrighi familiari.
È il 31 ottobre, e nella tenuta dei Coudrier si festeggia il compleanno del nonno Henri. La villa si riempie delle voci dei nipoti, cinque ragazzi tra i sei e i quindici anni, ciascuno con una personalità ben definita: c’è il curioso, il sognatore, la ribelle. Tutto sembra scorrere come da tradizione, tra zucche da intagliare e piccoli battibecchi familiari, finché durante una banale passeggiata nell’orto, i ragazzi si imbattono in un cadavere. Questo evento scatena un vortice di sospetti e segreti che cambieranno per sempre le dinamiche della famiglia.
“Livide zucche” è un giallo, ma raccontato in modo unico e originale. Ferdjoukh utilizza una tecnica narrativa che alterna diverse focalizzazioni, dando voce sia ai nipoti più grandi, Madeleine e Hermès, che parlano in prima persona, sia agli altri bambini più piccoli, per i quali l’autrice sceglie un narratore in terza persona. Questa scelta riflette la maturità e il punto di vista di ciascun personaggio: i più grandi interpretano e narrano con maggiore consapevolezza, mentre i più piccoli vivono gli eventi con ingenuità e spontaneità. Questa
molteplicità di prospettive arricchisce la narrazione, portando il lettore a immergersi completamente nelle dinamiche della famiglia Coudrier.
Il romanzo è costruito come un intreccio sapiente: la storia inizia con la morte di un uomo e pian piano, attraverso i racconti e le scoperte dei protagonisti, si svela chi fosse quella persona e quale legame avesse con il nonno e la famiglia. Il passato e il presente si intrecciano, portando il lettore a scoprire, oltre alla soluzione del mistero, anche i segreti e i non detti che permeano i legami familiari.
“Livide zucche” è un libro che unisce il piacere del giallo con la profondità di una storia familiare. Non è solo una questione di scoprire chi ha fatto cosa, ma anche di capire le dinamiche nascoste e i segreti che rendono ogni famiglia unica e complicata.
Ferdjoukh si dimostra una maestra nel costruire narrazioni che ruotano attorno a famiglie e dimore. Questo si ritrova anche in altre sue opere, come la saga delle Quattro sorelle, dove una casa diventa il fulcro della vita familiare, e in La fidanzata del fantasma, una storia pensata per lettori più giovani, in cui il mistero e i legami familiari si intrecciano in un contesto di passato e presente. Anche se qui la struttura narrativa è meno complessa, data la fascia d’età a cui è destinata, Ferdjoukh non rinuncia a rendere centrale il ruolo della casa,
del castello, come simbolo di memorie e segreti. 
Infine, merita una menzione la copertina illustrata da Luca Tagliafico: un’immagine suggestiva e ricca di dettagli, che cattura perfettamente l’atmosfera autunnale e misteriosa del romanzo. Un invito visivo che anticipa, già a prima vista, le sfumature della storia che ci attende tra le sue pagine.

A cura di Una cartella di libri

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Livide zucche, di Malika Ferdjoukh, traduzione a cura di Orietta Mori, illustrazioni Luca Tagliafico Pension Lepic, 2024

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