Archivi tag: una cartella di libri

AMO QUEL CANE, ODIO QUEL GATTO

Libri dal comò. Consigli di lettura

 

Cosa accade quando un ragazzo che pensa di odiare la poesia scopre che, proprio attraverso le parole, può raccontare le sue emozioni più profonde?


Amo quel cane di Sharon Creech è un romanzo scritto in forma poetica, così da offrire una prospettiva originale sulla poesia. Attraverso la voce semplice e diretta di Jack, un ragazzo che afferma di “odiare la poesia,” Sharon Creech costruisce una storia che parla di scoperta e crescita. All’inizio, Jack è riluttante, e le sue parole lo dimostrano chiaramente: “Non sono bravo a scrivere poesie. Le poesie non sono cose da maschi”. Ma, pagina dopo pagina, Jack inizia a cambiare. Leggendo e scrivendo poesie proposte dalla sua insegnante, comincia a esplorare questo genere e a trovare un modo per parlare di sé.

 Pur essendo un romanzo, “Amo quel cane”,  ogni pagina è scritta in versi, il che rende il libro un ponte ideale per avvicinare i ragazzi alla poesia, un genere spesso trascurato. Jack non legge raccolte poetiche, ma impara a conoscere poesie singole, e attraverso di esse, a poco a poco, scopre che anche lui può creare qualcosa di simile: “Forse… Forse non è così male scrivere poesie. Forse riesco a dire delle cose che non so come dire”.

Il cambiamento di Jack è delicato e graduale: all’inizio scrive poesie quasi controvoglia, come per dimostrare che non sa cosa fare con quei versi, ma le sue parole diventano: “Amo quel cane. Quello che mi sta vicino e che mi capisce”. La poesia diventa per Jack un modo per esprimere affetto, e attraverso di essa, i lettori comprendono quanto sia importante per lui il legame con il cane. Anche l’insegnante, sempre presente con delicatezza e incoraggiamento, rappresenta un sostegno importante per il suo percorso.

Questo libro si presta perfettamente per introdurre la poesia in classe, offrendo un approccio graduale e accessibile. Grazie alla storia di Jack, gli studenti possono vedere come la poesia non sia necessariamente una “materia difficile” o riservata solo a chi è “bravo in italiano.” Proponendo letture condivise del libro, l’insegnante può avviare una riflessione collettiva sull’evoluzione del rapporto di Jack con la poesia, aiutando i ragazzi a identificarsi con lui. Un’attività suggerita potrebbe essere invitare gli studenti a scegliere una poesia famosa e provare a scrivere a ricalco una loro versione, oppure a raccontare un episodio significativo della loro vita attraverso brevi versi, come fa Jack con il suo cane.

“Amo quel cane” diventa così uno strumento prezioso per esplorare le potenzialità della poesia, rendendola viva e alla portata dei ragazzi.

A cura di Una cartella di libri

………………………………………………………………………………………………………………

Amo quel cane, odio quel gatto, di Sharon Creech, Mondadori.

Desideri prenotare la tua copia? Clicca qui 

 

 

LIVIDE ZUCCHE

Libri dal comò. Consigli di lettura

Chi avrebbe mai pensato che un compleanno potesse trasformarsi in un giallo avvincente? “Livide zucche” di Malika Ferdjoukh ci porta nel cuore di un’ autunnale festa di famiglia, dove l’apparente calma della villa dei Coudrier viene improvvisamente spezzata da una scoperta macabra. La narrazione, che si sviluppa tutta nell’arco di una giornata, mescola sapientemente mistero e intrighi familiari.
È il 31 ottobre, e nella tenuta dei Coudrier si festeggia il compleanno del nonno Henri. La villa si riempie delle voci dei nipoti, cinque ragazzi tra i sei e i quindici anni, ciascuno con una personalità ben definita: c’è il curioso, il sognatore, la ribelle. Tutto sembra scorrere come da tradizione, tra zucche da intagliare e piccoli battibecchi familiari, finché durante una banale passeggiata nell’orto, i ragazzi si imbattono in un cadavere. Questo evento scatena un vortice di sospetti e segreti che cambieranno per sempre le dinamiche della famiglia.
“Livide zucche” è un giallo, ma raccontato in modo unico e originale. Ferdjoukh utilizza una tecnica narrativa che alterna diverse focalizzazioni, dando voce sia ai nipoti più grandi, Madeleine e Hermès, che parlano in prima persona, sia agli altri bambini più piccoli, per i quali l’autrice sceglie un narratore in terza persona. Questa scelta riflette la maturità e il punto di vista di ciascun personaggio: i più grandi interpretano e narrano con maggiore consapevolezza, mentre i più piccoli vivono gli eventi con ingenuità e spontaneità. Questa
molteplicità di prospettive arricchisce la narrazione, portando il lettore a immergersi completamente nelle dinamiche della famiglia Coudrier.
Il romanzo è costruito come un intreccio sapiente: la storia inizia con la morte di un uomo e pian piano, attraverso i racconti e le scoperte dei protagonisti, si svela chi fosse quella persona e quale legame avesse con il nonno e la famiglia. Il passato e il presente si intrecciano, portando il lettore a scoprire, oltre alla soluzione del mistero, anche i segreti e i non detti che permeano i legami familiari.
“Livide zucche” è un libro che unisce il piacere del giallo con la profondità di una storia familiare. Non è solo una questione di scoprire chi ha fatto cosa, ma anche di capire le dinamiche nascoste e i segreti che rendono ogni famiglia unica e complicata.
Ferdjoukh si dimostra una maestra nel costruire narrazioni che ruotano attorno a famiglie e dimore. Questo si ritrova anche in altre sue opere, come la saga delle Quattro sorelle, dove una casa diventa il fulcro della vita familiare, e in La fidanzata del fantasma, una storia pensata per lettori più giovani, in cui il mistero e i legami familiari si intrecciano in un contesto di passato e presente. Anche se qui la struttura narrativa è meno complessa, data la fascia d’età a cui è destinata, Ferdjoukh non rinuncia a rendere centrale il ruolo della casa,
del castello, come simbolo di memorie e segreti. 
Infine, merita una menzione la copertina illustrata da Luca Tagliafico: un’immagine suggestiva e ricca di dettagli, che cattura perfettamente l’atmosfera autunnale e misteriosa del romanzo. Un invito visivo che anticipa, già a prima vista, le sfumature della storia che ci attende tra le sue pagine.

A cura di Una cartella di libri

………………………………………………………………………………………………………………

Livide zucche, di Malika Ferdjoukh, traduzione a cura di Orietta Mori, illustrazioni Luca Tagliafico Pension Lepic, 2024

Desideri prenotare la tua copia? Clicca qui 

 

 

 

QUATTRO SORELLE, LA SAGA DI MALIKA FERDJOUKH

Libri dal comò. Consigli di lettura

 

La saga delle “Quattro sorelle” di Malika Ferdjoukh è una storia dolce e toccante che racconta la vita di quattro sorelle, rimaste sole dopo la morte dei genitori. Ogni libro è dedicato a una di loro: Enid, Hortense, Bettina e Geneviève.

La loro casa, una grande villa sulla scogliera, diventa un luogo pieno di ricordi, emozioni e avventure. Anche se hanno personalità diverse, le sorelle sono molto unite e affrontano insieme le difficoltà della vita. Ogni volume rappresenta una stagione diversa e riflette le sfide e i cambiamenti che ciascuna sorella deve affrontare.

Nel primo libro, “Enid”, l’autunno fa da sfondo alle avventure della sorella più giovane, sempre curiosa e piena di energia. “Hortense”, invece, ci porta nell’inverno, un periodo più silenzioso e introspettivo, in cui la sorella riflette molto su se stessa. Con “Bettina”, la primavera arriva con emozioni intense e conflitti tipici dell’adolescenza, mentre “Geneviève” rappresenta l’estate, con la sorella maggiore che cerca di prendersi cura di tutte, mantenendo la famiglia unita.

La serie ci mostra come, nonostante le difficoltà, i legami familiari possano essere forti e importanti. Con una scrittura semplice e coinvolgente, la storia di queste sorelle riesce a far riflettere e commuovere, parlando di amore, crescita e resilienza. Una lettura perfetta per chi cerca una storia di famiglia piena di calore e sentimenti!

Ad impreziosire i quattro volumi troviamo le delicate e poetiche copertine illustrate da Luca Tagliafico.

 Le quattro illustrazioni  catturano perfettamente l’atmosfera e la personalità di ciascun libro attraverso l’uso sapiente dei colori, delle stagioni e della composizione, mantenendo come elemento centrale la grande villa, che diventa quasi un simbolo delle sorelle e della loro vita insieme.

 Il modo in cui Tagliafico usa la luce, le ombre e i colori stagionali, dal caldo autunno dorato in “Enid”, all’inverno tranquillo e azzurro di “Hortense”, passando per la primavera tenue di “Bettina” e l’estate vivace di “Geneviève”.

A valorizzare i quattro volumi troviamo anche il grande lavoro di traduzione di  Chiara Carminati. La sua traduzione riesce a preservare la delicatezza e la profondità dello stile di Malika Ferdjoukh, mantenendo intatte le sfumature emotive e poetiche della narrazione originale.

Chiara Carminati, con la sua esperienza nel mondo della poesia, porta nella traduzione un’attenzione particolare al ritmo e alla musicalità della lingua, riuscendo a trasmettere la leggerezza e la forza dei dialoghi tra le sorelle. Il suo lavoro non è solo un trasferimento linguistico, ma un vero e proprio atto di cura che permette al lettore italiano di immergersi nelle atmosfere familiari, senza perdere la magia e l’intimità del testo originale.

Grazie a questa sinergia tra illustrazioni e traduzione, la saga delle “Quattro sorelle” risplende in ogni sua parte, offrendo al lettore un’esperienza completa e coinvolgente, sia visiva che letteraria.

 

A cura di Una cartella di libri

………………………………………………………………………………………………………………

Quattro sorelle, di Malika Ferdjoukh, traduzione a cura di Chiara Carminati, Pension Lepic, 

Desideri prenotare la tua copia? Clicca qui 

 

La Diga

Un Viaggio Musicale nella Memoria

In che modo la musica può diventare un ponte tra il passato e il presente, aiutandoci a non dimenticare ciò che è stato?

La Diga di David Almond, con le straordinarie illustrazioni di Levi Pinfold, esplora proprio questo concetto. L’albo racconta, in modo delicato e poetico, la storia toccante di una valle che sta per essere sommersa dalle acque a causa della costruzione di una diga. Un padre e sua figlia, prima che la valle venga completamente coperta, visitano per l’ultima volta i luoghi e le case abbandonate. Durante questo percorso, la ragazza suona il violino, donando musica e vita agli spazi ormai vuoti. I suoni si mescolano al paesaggio e rimangono nell’aria, come a voler preservare la memoria di ciò che è stato. Quando la valle è ormai un lago, la musica e i ricordi continuano a vivere, radicati nella nuova realtà.

Non si tratta solo di una passeggiata malinconica, ma di un atto di resistenza poetica: la musica è il simbolo della memoria e della vita che, nonostante tutto, continua.

Il testo di David Almond è straordinariamente evocativo e poetico. Almond utilizza una prosa minimale ma potente, che riesce a trasmettere un forte senso di perdita e di trasformazione. Le parole sono scelte con grande cura e sembrano suonare esse stesse come una melodia. Un aspetto che colpisce del testo è come Almond riesca a trasformare un evento concreto, come la costruzione di una diga, in una riflessione universale sul passare del tempo e sulla necessità di ricordare ciò che viene perso. Le illustrazioni di Levi Pinfold sono una parte fondamentale dell’esperienza del libro. Le tavole sono dominate da paesaggi vasti e cieli maestosi, che sottolineano l’immensità della natura rispetto alla piccolezza dell’uomo. Un’immagine particolarmente potente è quella della bambina e del padre in piedi sull’erba, con il violino in mano, mentre intorno a loro si stende il paesaggio della valle. C’è un uso sapiente dei colori: i toni freddi e sfumati delle illustrazioni contribuiscono a creare un’atmosfera malinconica, quasi sospesa nel tempo. Anche gli uccelli che volano sopra le loro teste sembrano suggerire un’idea di libertà e di continuità, come se la natura, nonostante tutto, non potesse essere davvero contenuta o cancellata. Il significato principale del libro sembra risiedere nella capacità della memoria e dell’arte di sopravvivere anche quando i luoghi fisici vengono trasformati o distrutti. La diga, simbolo del progresso e della modernità, contiene l’acqua ma non può contenere i ricordi e le emozioni che legano le persone a quei luoghi. La musica, suonata dalla bambina, diventa così il veicolo con cui queste memorie si mantengono vive.

La Diga è un libro che va oltre la semplice narrazione di una trasformazione fisica di un luogo: diventa una riflessione poetica e visiva sul valore dei ricordi, dell’arte e della musica come mezzi per preservare ciò che rischia di essere dimenticato. David Almond e Levi Pinfold ci accompagnano in un viaggio emotivo che parla della fragilità e della bellezza di ciò che viene trasformato dal tempo e dal progresso. Questo libro offre ai lettori un’opportunità unica di esplorare temi complessi in modo delicato e suggestivo, e invita alla riflessione profonda sull’importanza di mantenere viva la memoria, proprio come la musica che continua a risuonare anche dopo che l’ultimo suono si è spento.

In un contesto educativo, rappresenta un potente strumento per stimolare empatia, creatività e consapevolezza ambientale, invitando i ragazzi a riflettere su ciò che conta davvero nel nostro mondo in costante cambiamento.

A cura di Una cartella di libri

………………………………………………………………………………………………………………

LA DIGA, di David Almond, Illustrazioni di Levi Pinfold, Orecchio Acerbo, 2018

Desideri prenotare la tua copia? Clicca qui 

La DigaDavid AlmondLevi PinfoldOrecchio AcerboUn albo illustrato che esplora il potere della musica nel preservare la memoria di una valle sommersa da una diga. Letteratura per bambini

Un libro che va oltre la semplice narrazione, diventando una riflessione poetica e visiva sul valore dei ricordi e dell’arte.Tre Libretti sul Comò