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UNA MAMMA SVITATA

Libri dal comò. Consigli di lettura

“Avevamo toccato il fondo. Quando una madre fa lo spogliarello davanti a tutta la famiglia, si tocca il fondo.
Ma avevo un piano: sapevo esattamente come fare per trasformare una mamma svitata in una donna normale. E prima del mio compleanno!

Stella ha una mamma piuttosto eccentrica: una cantante lirica che prova i suoi gorgheggi ovunque persino su una sgangherata casetta sull’albero (costruita da lei stessa) davanti a tutto il vicinato; una mamma così orgogliosa dei suoi figli che racconta a tutti delle prime mestruazioni di Stella; una mamma a volte imbarazzante che non esita a fare scenate teatrali nei negozi di abbigliamento attirando l’attenzione di tutti i clienti o a spogliarsi davanti a tutti a cena pur di educare il figlio maggiore.

Ecco perché per evitare che la mamma le rovini il suo tredicesimo compleanno mettendola in imbarazzo di fronte ai suoi amici, Stella dà vita al suo piano “Trasformare la mamma”.

Ma più si va avanti con la storia e più il lettore comprende  che essendo Stella la voce narrante forse ciò che ci racconta non corrisponde proprio alla piena realtà e che anche Stella ha qualcosa da nascondere. È davvero la mamma ad essere imbarazzante o è Stella che sta cambiando e non si sente più a suo agio con sé stessa?

Un romanzo che parla con ironia delle complicate e, a volte, conflittuali relazioni familiari tra genitori e figli adolescenti e del proprio percorso di crescita personale per accogliersi esattamente come si è e smettere di sentirsi inadeguati.

Vincitore dell’Icelandic Literature Price 2015
Finalista La storia più importante 2024, premio dei gruppi di lettura di Qualcunoconcuicorrere

A cura di Una cartella di libri

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UNA MAMMA SVITATA
di Gunnar Helgason
Traduzione a cura di Silvia Cosimini
collana i geodi 

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Gabbie

Libri dal comò. Consigli di lettura

Con “Gabbie” di Guido Quarzo e Anna Vivarelli, la casa editrice Uovonero torna con un nuovo avvincente romanzo giallo e con un nuovo adolescente dotato di caratteristiche speciali grazie alle quali svelerà il mistero.

Torino 1879 nell’Accademia delle Scienze si sta pensando di conferire un premio a Charles Darwin per i suoi studi di botanica. Questo crea un conflitto insanabile all’interno dell’Accademia:  da una parte i darwinisti, che appoggiano e sono entusiasti delle nuove teorie del naturalista; dall’altra gli oppositori, più conservatori, non possono accettare che un premio così prestigioso possa andare a chi afferma che l’uomo discenda dalle scimmie, affermazione condannata anche dagli estremisti religiosi.

«I darwinisti accusano gli altri di negare il progresso e di voler restare nell’oscurità del pregiudizio, I loro oppositori danno ai darwinisti dei creduloni e dei blasfemi».

Sullo sfondo di questa disputa si dipana un giallo: una mattina i corpi morti per un’arma da taglio di una scimmia e di uno scienziato  darwinista (che stava convincendo molti studiosi a conferire il premio a Darwin) vengono trovati abbracciati nel corridoio dell’Accademia.

Subito si pensa che il responsabile sia un antidarwinista ma ben presto la colpa ricade su Stefano, nipote del direttore dell’Accademia. Un ragazzo autistico, dotato di una memoria formidabile, attento ad ogni piccolo particolare e in grado di ricordare tutto ciò che legge e ascolta, ma che, per quei tempi, viene considerato matto.

Purtroppo il caso viene affidato nelle mani di un ispettore di polizia corrotto

«L’ispettore di pubblica sicurezza Filippo Curlini aveva fatto di tutto per essere trasferito a Firenze e allontanarsi da certi ambienti torinesi, con i quali s’era fortemente compromesso […] qualcuno avrebbe rivangato vecchie voci di certi accordi con piccoli delinquenti, mirati ad organizzare vistose operazioni di polizia di pura facciata, che erano servite unicamente ad acquisire meriti. Una carriera di facciata.»

per il quale il caso è facile e non vuole sentire obiezioni: il colpevole è sicuramente Stefano, il nipote del direttore. D’altronde se in Accademia è presente un matto che ha vissuto per anni in manicomio il colpevole non può che essere lui.

A difendere il quindicenne saranno lo zio del ragazzo, Ida una scienziata (una rarità per quel periodo storico) nipote dello scienziato assassinato e Lisa, cameriera nella locanda di famiglia e amica di Stefano.

 A fare da sfondo a tutto il mistero ci sono numerose tematiche: il dibattito sulle teorie evoluzionistiche, il forte potere della Chiesa, l’incapacità di confrontarsi e comprendere chi è diverso e considerarlo come “matto”, la parità di genere.

Un romanzo tra il giallo e lo storico complesso per struttura narrativa e sistema dei personaggi che terrà col fiato sospeso i lettori esperti.

Sara Pompili

Con la borsa colma di libri, la mente piena di idee e un’inarrestabile passione per lo studio.

Così trascorro le mie giornate accanto ad una bimba fantasiosa e a scapestrati studenti dai quali imparo ogni giorno

Libri dal como’

“Hai fatto la cosa giusta, ragazzo. 

È triste che ci siano

persone che si buttano nel mondo

pensando di poter prendere

quello che vogliono

 in qualunque momento.

Ma tu lo hai fermato dovresti esserne orgoglioso.”

Pam Smy, autrice che ci aveva tenuti incollati alle pagine dell’appassionante “Thornhill”, torna con una storia tutta nuova.

Accanto alle parole ritroviamo le sue splendide illustrazioni anche se stavolta la Smy le usa in una modalità un po’diversa per rappresentare un cimitero abbandonato e decadente dove le lapidi sono ricoperte da edera, ortiche ed erbacce e dove le insegne sul marmo sono erose dal tempo

Ma non lasciamoci ingannare, nonostante la classica ambientazione da genere horror, stavolta Pam Smy non racconta una storia gotica, ma una storia di violenza domestica.

Billy, un ragazzo introverso e solitario, non riesce più a vivere a casa con il compagno della madre, Jeff, un uomo violento di cui il ragazzo e la madre sono succubi da cinque anni. Jeff infatti controlla talmente tanto le vite di Grace e Billy da averne prosciugato la loro vivacità e spensieratezza, impedendo loro ogni possibilità di vita sociale. Billy e Grace sono completamente soli, non hanno nessuno a cui chiedere aiuto, nessuno che si prenda cura di loro.

Così nella notte piovosa e fredda del 30 ottobre , durante l’ennesima violenza verbale e fisica di Jeff su Grace, Billy scappa di casa.

Il luogo scelto dal ragazzo è un bunker risalente alla Seconda guerra mondiale, nascosto fra l’edera di un cimitero. Billy lo ha scoperto un anno prima durante una gita scolastica. Il bunker diventerà il suo nascondiglio, un luogo per proteggersi, un luogo che lo difenda almeno per qualche giorno.

Tra le lapidi ricoperte di erbacce e sterpaglia, Billy incontrerà uno strano vecchio, che appare e scompare in modo silenzioso e che si prenderà cura di lui lasciandogli cibo caldo e coperte. Il vecchio manterrà il segreto di Billy per qualche giorno e in cambio chiederà il suo aiuto nel ripulire il cimitero e ridare dignità alle tombe entro pochi giorni, quasi stesse preparando quel luogo ad accogliere una festa.

Il cimitero sarà un luogo di rinascita, un luogo dove rincontrarsi, un luogo dove tutte le relazioni familiari possono sanarsi.

Sara Pompili

Con la borsa colma di libri, la mente piena di idee e un’inarrestabile passione per lo studio. Così trascorro le mie giornate accanto ad una bimba fantasiosa e a scapestrati studenti dai quali imparo ogni giorno.


Il nascondiglio, di Pam Smy, Uovonero, 2021.

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Libri dal como’

«Quando incontriamo qualcuno

 e pensiamo immediatamente

 che sia strano o diverso,

dovremmo magari cercare di essere gentili.

Posso essere strana per alcuni di voi,

ma sono molto normale per la mia famiglia.»

Non è sempre semplice mostrarsi per quello che si è, soprattutto se si hanno undici anni e si è molto diversi dai propri coetanei.

A questa età si cerca disperatamente di piacere agli altri, di far parte di un gruppo, ed è per questo che spesso ci si impone di indossare una maschera per farsi accettare. Come se fossero gli altri a decidere il nostro valore, come se la diversità fosse un errore o una vergogna.

È quello che succede alla protagonista del romanzo di Elle McNicoll ”Una specie di scintilla” edito da Uovonero.

Addie è una ragazza autistica, sente le cose in modo più intenso, riesce a vedere piccoli dettagli che gli altri non vedono e non sempre le è chiaro comprendere le persone e capire come si sentono.

Proprio questa sua diversità spesso la porta a nascondere alcuni aspetti di se stessa e a non essere compresa dagli altri. Anzi proprio per la sua diversità viene allontanata, emarginata e considerata stramba.

La sua migliore amica l’abbandona perché si vergogna di lei, la sua insegnante, Miss Murphy, non smette di deriderla e umiliarla di fronte alla classe.

Fortunatamente Addie ha una famiglia su cui contare: una madre e un padre amorevoli e due sorelle più grandi di lei, gemelle. In particolare Keedie, la sorella maggiore, anche lei autistica che le insegna come comportarsi e la difende proprio perché ha subito prima di Addie quello che la protagonista è costretta a vivere ogni giorno.

Agli occhi degli altri Addie diventa ancora più stramba quando a scuola affrontano l’argomento della caccia alle streghe, delle ingiustizie e delle torture che tante donne, secoli prima, hanno dovuto subire proprio a Juniper, il villaggio dove è ambientata la storia, solo perché considerate diverse.

È per questo che Addie si batte affinchè nel suo villaggio in Scozia venga realizzato un memoriale che ricordi e si scusi con quelle donne.

Ciò che gli altri vedono è una ragazzina che avanza un’assurda richiesta su una questione vecchia di secoli, ma quello che non riescono a vedere è la sua grande sensibilità. Addie si batte affinchè tutti coloro che sono considerati diversi non debbano più essere derisi, umiliati, emarginati perché la storia è destinata a ripetersi («Se la gente non capisce che è sbagliato, se non dice che è sbagliato, può succedere di nuovo») ed è quello che vive proprio lei ogni giorno. Quelle donne sono il simbolo di tutti coloro che vengono considerati strambi e derisi per loro diversità.

Si dice che i libri permettono di sviluppare l’empatia perché consentono di indossare i panni degli altri. Ecco questo libro riesce con grande intelligenza e un’estrema sensibilità a far sentire sulla pelle del lettore cosa significhi non essere accolti.

È un libro che piacerà sicuramente a chi lotta contro le discriminazioni, a chi vuole far sentire la propria voce perché essere diversi è solo una grande ricchezza.

«Penso che essere diversi sia una buona cosa. Finché non si fa del male a nessuno. Nel mondo abbiamo bisogno di tutti i tipi di diversità».

 

Sara Pompili

Con la borsa colma di libri, la mente piena di idee e un’inarrestabile passione per lo studio. Così trascorro le mie giornate accanto ad una bimba fantasiosa e a scapestrati studenti dai quali imparo ogni giorno.

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