La ragazza della luce

Libri dal comò. Consigli di lettura

Londra 1940. Gli aerei tedeschi bombardano la città. Per questa ragione molti, privi di rifugi antiaerei, sono costretti la notte ad abbandonare le proprie case per cercare riparo nella metropolitana. Un posto buio, illuminato solo dalla luce artificiale; un posto affollatissimo, ci si trova sdraiati  a dormire in terra l’uno contro l’altro «come magre sardine in una gigantesca scatola di latta»; un posto dove l’aria è sempre viziata a causa del sudore e della puzza di pipì.

«I treni continuano ad andare fino alle dieci e mezzo, ma anche dopo non c’è un attimo di pace. I corpi tossiscono e si rigirano, sbuffano e ansimano. Si grattano talmente forte che un po’ sono sicura di avere anch’io le pulci.».

Qui trovano rifugio tutte le notti la protagonista Ella, il fratellino Robbie e Jay, un ragazzo apparentemente delinquente e ladruncolo.

Ella è una ragazza di quattordici anni, che poco prima dell’inizio della Seconda guerra mondiale ha contratto la poliomielite che l’ha colpita ad una gamba. Ecco perché ora ha una gamba più corta e deve indossare una scarpa speciale con una suola più alta. Per questo zoppica. Ella si vergogna di quello che è. Non riesce a vedersi se non come una zoppa che nessuno vorrà mai. Durante la malattia Ella è dovuta stare in isolamento per non contagiare nessuno. Non ha mai ricevuto visite e questo l’ha fatta sentire sola e abbandonata. Unico conforto il suo quaderno in cui (ri)scrivere una realtà migliore, felice.

Robbie, un bambino di dieci anni, che non perde di vista la sorella perché la vuole tenere al sicuro.

Jay, un ragazzo di sedici anni, sveglio e cinico, che cerca di racimolare qualche soldo come può in giro per Londra e che la sera occupa posti in metropolitana per poi venderli. 

A loro un pomeriggio si aggiunge Quinn, una ragazza di sedici anni ribelle e anarchica per quegli anni, una ragazza nobile, scappata di casa perché non si riconosceva nel modo di vivere perfetto dei propri genitori, il cui perbenismo la faceva sentire in gabbia e che vuole diventare infermiera per rendersi utile durante la guerra.

«Voglio poter baciare quando ne ho voglia, ma non voglio mai dovermi sposare! Voglio mettere dei pantaloni sformati e un meraviglioso vestito da ballo. Voglio avere un lavoro che conti e viaggiare da sola per il mondo. E sì, casualmente sono una ragazza, ma ciò non significa che voglia avere una vita soltanto a metà».

Lì sotto i ragazzi si incontreranno tutte le sere e si racconteranno il loro passato, le loro paure, i loro sogni e le loro speranze. Nasceranno amicizie e amori. Legami che nessuno potrà più spezzare neppure la morte. 

Anna Woltz torna con un nuovo e commovente romanzo “La ragazza della luce”, edito Beisler. Accompagnandoci nella vita di quattro ragazzi che resteranno nel cuore del lettore anche dopo aver chiuso il libro.

Quattro giovani completamente diversi gli uni dagli altri, ma con un desiderio comune: non accontentarsi più di sopravvivere ma desiderare di vivere a pieno la propria vita; non dover più subire la vita ma compiere delle scelte, a volte anche rischiose; non vivere più nel buio ma inseguire la luce per costruirsi un presente felice anche in mezzo ad una guerra.

Un romanzo per chi ama la storia, per chi non accetta di vivere in schemi prestabiliti, per chi desidera sentirsi utile ed essere felice e per questo lotta ogni giorno per cambiare il mondo intorno a sé.

Sara Pompili

Con la borsa colma di libri, la mente piena di idee e un’inarrestabile passione per lo studio.

Così trascorro le mie giornate accanto ad una bimba fantasiosa e a scapestrati studenti dai quali imparo ogni giorno

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“La ragazza della luce, Anna Woltz, Beisler editore

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